UN’INSOLITA MARY di S. M. Klassen

Traduttore: Maria Elena Salvatore

Illustratore: Marilena Imparato

Editore: Vintage Editore

Collana: Variazioni

Anno edizione: 2020

Pagine: 518 p., Ill., Brossura

In commercio dal: 30/03/2020

EAN: 9788894521207

 

La scorsa settimana è arrivato a casa un pacco tanto atteso: conteneva le prime due pubblicazioni di una nuova casa editrice, la Vintage Editore.

In un momento di crisi generale dell’editoria, la nascita di una nuova casa editrice è, per noi lettori, una notizia che sicuramente accende un filo di speranza e non posso che augurare un grande ‘in bocca al lupo’ a chi, sfidando le regole economiche e seguendo il cuore si è messa in gioco ed ha realizzato il suo sogno.

Come si legge sul sito:

“una mente che non ha paura di costruire castelli in aria, fatti di carta e non di carte. Incantati, per giunta. Perché ogni libro, pagina o parola d’un romanzo trasportano immancabilmente nell’incanto di un mondo nuovo all’interno del quale si muovono personaggi fatati.”

Ho apprezzato la Vintage Editore sin da subito, per la cura dei particolari. “Un’insolita Mary” è stato incartato e sigillato con la ceralacca con il logo della casa editrice, quest’ultimo in linea, tra l’altro, con il nome scelto.

Sul  sito si può scaricare il PDF del ‘Magazine’ nel quale non solo si trova la presentazione delle collane, ma potrete leggere il capitolo introduttivo del primo libro di ogni collana, anche quelli in corso di pubblicazione [https://www.sfogliami.it/fl/198276/dv5u2zh8smvq71z698zmhtvg8r8bqjv3 ] Per chi fosse interessato, inoltre, è possibile leggere i “Diari di traduzione”, compilati dai traduttori durante la loro attività. È interessante poter entrare nel vivo del lavoro che sta dietro alla pubblicazione di un libro. Vi lascio il link per il diario del traduttore di “Un’insolita Mary” redatto da Maria Elena Salvatore, https://www.sfogliami.it/fl/198308/e41p598v6yqk3jqq9rd2mbv372m8p3yb&i=1

 

E ancora, l’uscita del libro è stata preceduta anche dalla divulgazione sui social del Book-trailer del romanzo: https://youtu.be/tZHrgbjafBg, per me una piacevole novità.

Estremamente curato anche il romanzo. Una bellissima copertina che rispecchia fedelmente il contenuto, sembra un’ovvietà, ma vi assicuro che non lo è, per scelte editoriali a me sconosciute talvolta copertina e contenuto stridono fortemente, perché anche se è vero il detto che ‘l’abito non fa il monaco’ una copertina dovrebbe essere in linea con la storia che è narrata. È curato persino il frontespizio, dove si trova un’altra illustrazione incantevole. La carta utilizzata è di qualità, quella doppia che tanto piace avere tra le dita a noi bibliofili e annusatori di libri.

 

È un dato di fatto che i protagonisti dei nostri romanzi preferiti non siano considerati da noi lettori dei personaggi immaginari, per noi sono reali, hanno una vita propria e molto spesso, quando chiudiamo il libro in questione ci sentiamo defraudati di qualcosa, ci mancano tutti coloro che sono diventati dei nostri cari amici.

No, no, non scuotete la testa, non dite “questa è matta!”, lo so che anche voi vi sentite così, non negatelo!

Ma che fine fanno i personaggi dei libri che abbiamo amato? Dopo la parola ‘fine’ che vita conducono? Quante volte ci siamo immaginati il seguito delle loro esistenze?

Per un lettore non c’è niente di più piacevole che ritrovare in un nuovo romanzo i personaggi che più ha prediletto. È come poter ritrovare degli amici lontani, che si credeva ormai di aver perso definitivamente.

Una volta sposati che vita conducono a Pemberley i coniugi Darcy? E le altre sorelle di Lizzie?

“Un’insolita Mary” è il primo romanzo di una trilogia scritta da S. M. Klassen la cui protagonista è Mary Bennet, la terza delle cinque sorelle Bennet di “Orgoglio e Pregiudizio”.  Mary è nell’opera della Austen un personaggio secondario, non tanto simpatico, né divertente; è descritta come una persona insignificante, bruttina e saccente. In questo romanzo, invece, la Klassen la ‘affranca’ da tutti quegli aspetti negativi che erano propri della caratterizzazione austeniana, senza però, snaturare il personaggio, né tantomeno discostarsi dal capolavoro di zia Jane. In una nota l’autrice afferma:

“Anche se questo libro, così come le mie opere successive, non potrà mai eguagliare, né miri minimamente a sostituire il lavoro di Miss Austen, scriverlo mi ha fatto sentire come se lei fosse ancora a lavoro dietro le quinte.”

Ed è sicuramente così! Già dall’incipit che si legge nel Prologo si nota come la Klassen voglia omaggiare la sua insigne guida spirituale

“È una verità tristemente nota che le giovani donne dotate di scarsa bellezza fisica e alcuna fortuna resteranno senza marito.

È una verità poco nota, invece, che alcune giovani donne possano non desiderare affatto un marito.”

In questo romanzo, infatti, Mary Bennet, sin da subito svela questa propensione: non vuole sposarsi. Per l’epoca sicuramente un atteggiamento controcorrente e rivoluzionario, per di più espresso da una ragazza cresciuta con Mrs. Bennet, la donna che, nella storia della letteratura, è la più accanita sostenitrice del matrimonio. Che trama ed organizza l’impossibile pur di far sposare le proprie figlie.

“Sfortunatamente per Mary, l’indole di Mrs Bennet tendeva ad una esasperante e accanita tenacia, specialmente quando si trattava di maritare le proprie figlie. Pertanto, al fine di contrastarla, Mary aveva deciso di agire di grande astuzia per costruire un’immagine di sé volta a scoraggiare le attenzioni di qualunque uomo, giovane o vecchio che fosse. Divenne la Miss Mary Bennet noiosa delle feste su cui nessun gentiluomo sano di mente avrebbe mai posato un secondo sguardo.”

D’altronde la stessa Miss Austen, a quanto ci è stato riferito dalle varie biografie, preferì la condizione di donna nubile e povera, ma libera, piuttosto che sposarsi senza amore.

Nel romanzo, dunque, Mary rivela le sue intenzioni e, come sottolinea Mr Bennet, da crisalide si trasforma in farfalla: elimina gli occhiali (di cui non aveva mai avuto bisogno), scioglie i capelli, pone più cura nel vestire, mette da parte ‘I sermoni di Fordyce’, che prima sovrapponeva per leggere tranquillamente i romanzi come quelli di Mrs Radcliffe, ma non abbandona la lettura e, soprattutto, rivela il suo vero carattere, accantonando la pedanteria e il rigore.

Elisabeth, ricevuta tramite lettera questa eclatante notizia, invita la sorella a Pemberley. Qui Mary e Georgiana Darcy stringeranno una forte amicizia, tale da riuscire ad influenzarsi positivamente l’una con l’altra, tanto che, ad un certo punto, la dolce e mite Georgiana dirà ad uno stupito Mr Darcy:

“ritengo che mi sarebbe di grande giovamento venire istruita sulle arti fisiche, così da poter essere in grado di difendermi da sola se dovesse presentarsene l’occasione. Vorrei imparare a tirare di scherma e a sparare. Conosco altre persone della nostra classe che incoraggiano le loro figlie e le loro mogli a tali attività…anche il pugilato.”

A Pemberley Mary ha libero accesso alle biblioteche e scopre una grande quantità di nuove letture, tra cui Mary Wollstonecraft,

“<<Che cosa leggi?>>

<<Si tratta di una scoperta emozionante e inaspettata. La ‘Rivendicazione dei diritti della donna’ scritta dalla mia nuova eroina, Mary Wollstonecraft>>. Fece scorrere il dito lungo una riga del testo. <<Ella crede che le donne debbano essere educate per diventare compagne intellettuali dei loro mariti. Anche se non ho alcuna intenzione di sposarmi, se pensassi di poter incontrare un uomo che possa considerarmi intellettivamente una sua pari…>> guardò con franchezza Georgiana <<… se un uomo simile potesse mai interessarsi a me, potrei riconsiderare la cosa.>>”

Ed inoltre scopre una nuova scrittrice che le fa balenare l’idea di

“<<Vorrei diventare una scrittrice>> disse Mary d’impulso, sconvolgendo persino sé stessa.

<<Una scrittrice?>> chiese lui confuso.

<<Sì>> rispose lei. <<Vorrei diventare una scrittrice. In questo periodo sto leggendo uno dei romanzi più divertenti che abbia mai letto e l’autrice si firma ‘una signora’. Mi piacerebbe fare qualcosa di simile. Cosa ne pensate delle donne che scrivono, capitano Jameson?>>

Un’autrice che si firma “Una signora”, a me ricorda qualcuno, a voi no? Una certa ‘zia Jane’… forse…!

Ma a Pemberley Mary non legge soltanto, segue con Georgiana le lezioni di musica e di danza e spesso le due inseparabili ragazze si esercitano in duetti al pianoforte; Mary impara a suonare con trasporto, non come la disastrosa esibizione del ballo di Netherfield. Partecipano a balli e alle frequenti visite mattutine tra vicini, intessendo nuovi rapporti, tra cui Il Capitano Jameson e altri commilitoni del Colonnello Fitzwilliam; anche se scrive nel suo diario:

“Mi auguro di non dover rispondere ancora a ‘E come trovate Pemberley Miss Bennet?’ (‘La trovo piena di ospiti che fanno domande stupide e che mi tengono lontano da attività ben più gradevoli’ sarebbe la mia risposta se mi fosse concesso di poter dare voce ai miei sentimenti.)”

A Pemberley e, in seguito a Netherfield dai Bingley, avrà modo di osservare lo scorrere placido e sereno della vita di coppia delle due sorelle maggiori con i rispettivi mariti e si stupisce, in considerazione delle sue teorie sul matrimonio, di quanto siano state fortunate.

“Mary scosse la testa guardando le sue due sorelle nella luce fioca. Che una unione d’amore simile potesse essere accaduta una volta in una famiglia di cinque figlie con molto poco da offrire se non il loro bell’aspetto era difficile da credere, ma che ci fossero state due unioni d’amore era quasi un miracolo.”

Le due giovani fanciulle vengono invitate a soggiornare per un breve periodo presso la zia dei Darcy, a Devonham, non troppo distante da Pemberley. Georgiana e Mary, accompagnate dalla servitù iniziano il viaggio, ma le carrozze vengono bruscamente fermate per strada e

“Le due giovani uscirono ubbidientemente fuori dalla carrozza. Mary era frastornata, le sembrava tutto surreale, come se fossero le protagoniste di un romanzo. Ma lo spettacolo che le attendeva le riportò alla realtà.”

Da questo momento la trama s’infittisce, l’ambientazione e la narrazione assumono caratteri gotici e avventurosi; fa da sfondo alla vicenda un castello abbandonato e

“Non credo di aver mai visto un viso più orrendo di quello dell’uomo che tu chiami Caliban. E quella donna! Queste sono persone che si trovano solo negli incubi,”

Cosa succederà alle due povere fanciulle? Lo scoprirete leggendo questo deliziosissimo romanzo, io non racconterò altro!

La vicenda è riportata in terza persona con un’abbondanza di dialoghi, ma l’autrice, probabilmente per movimentare ancora di più la storia, utilizza due registri narrativi differenti. Talvolta, infatti, la narrazione in terza persona è interrotta e lascia spazio a pagine di diario scritte dalla protagonista o a lettere inviate e ricevute dai personaggi.  Questa differenza è sottolineata graficamente da due caratteri tipografici diversi, non azzardo ad individuare quello usato per diario e lettere, mentre per la narrazione in terza persona, che occupa la maggior parte del romanzo, è stato utilizzato il font ‘Curier’, conferendo allo scritto un’impronta ‘Old style’, che ben s’inserisce nel contesto.

Un romanzo poderoso, con le sue 518 pagine, che però scorrono velocissimamente, un libro che difficilmente si riesce a chiudere prima di averlo terminato. Un errore che non deve mai essere fatto quando si leggono i derivati e sequel è quello dei confronti con l’originale, ogni autore ha un proprio stile e un’esclusiva scrittura, ma la Klassen è sicuramente in linea con Jane Austen; sono ad esempio, presenti una grande quantità di dialoghi, tipici dei romanzi austeniani e, sebbene differente, anche qui ritroviamo la peculiare ironia di alcuni dei personaggi. Mi auguro che la casa editrice pubblichi anche gli altri due tomi della trilogia, fremo per conoscere il seguito della storia.

Non vi resta che immergervi in questo piacevole romanzo e a me di ringraziare la Vintage Editore per avermi dato la possibilità di leggerlo e lasciarvi con la mia frase preferita.

 

“Credo che tutti debbano realizzarsi, altrimenti non riusciranno a prosperare. La nostra società è piena di persone che hanno condotto una vita misera perché si sono concentrate solo sulle apparenze o nel perseguire piacere, denaro e potere.”

 

 

 

Frasi tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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